signummagnum
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Il Giudizio Particolare – Fioretti ed episodi

Consideriamo con molta serietà il giorno della nostra morte e della comparsa dinanzi al Giudice Supremo che passerà in rassegna tutta la nostra vita, giudicandola e dando la giusta retribuzione ai …Altro
Consideriamo con molta serietà il giorno della nostra morte e della comparsa dinanzi al Giudice Supremo che passerà in rassegna tutta la nostra vita, giudicandola e dando la giusta retribuzione ai nostri pensieri, parole, opere e omissioni. In vista di quel giorno al quale nessuno di noi potrà sfuggire, accumuliamo depositi interi di opere buone e viviamo in modo santo, il più possibile. Quanto tempo sprechiamo in cose inutili! Pensiamo mai che il tempo a nostra disposizione è come del denaro datoci per impiegarlo tutto nel bene? Quanto ne gettiamo via con facilità impressionante? Se il santo o chi si sforza di vivere come tale è deriso o quanto meno incompreso in terra, la situazione sarà completamente ribaltata al momento della morte: sarà il non-santo a doversi coprire il volto dalla vergogna... Perché non essere saggi e capire che solo la santità conta in questa vita? Perché non cominciare sin da subito a dare una direzione diversa alla nostra vita all'insegna della preghiera, dei …Altro
Il milanese
L'amico Sacerdote carissimo aveva straragione ed affermava una verità ripetuta dai Santi nel corso dei secoli. Ed in effetti guai ad avere una vita in pace e senza tribolazioni....bruttissimo segno. Quanto è vero e quanto apparteneva alla schiera dei vecchi santi sacerdoti di una volta il suo amico.
Giosuè
gloria.tv/user/qQ3dQWS6jR9Q3zm
SBQJfRxtMr
@N.S.dellaGuardia
Un mio caro amico sacerdote scomparso un paio d'anni fa affermava: "guai se uno afferma di non aver la benché minima sofferenza, significa che Dio l'ha abbandonato". Era un sacerdote sempre in talare, devotissimo della Madonna, faceva penitenza, a mezzogiorno aveva recitato 4 rosari. Per il resto della giornata tra incontri di preghiera …Altro
gloria.tv/user/qQ3dQWS6jR9Q3zm
SBQJfRxtMr
@N.S.dellaGuardia
Un mio caro amico sacerdote scomparso un paio d'anni fa affermava: "guai se uno afferma di non aver la benché minima sofferenza, significa che Dio l'ha abbandonato". Era un sacerdote sempre in talare, devotissimo della Madonna, faceva penitenza, a mezzogiorno aveva recitato 4 rosari. Per il resto della giornata tra incontri di preghiera e persone che invitava a pregare ne recitava altri. Tutto disponibile a confessare. Mio amico carissimo!
N.S.dellaGuardia
Per Grazia di Dio ci sono i Santi a ricordarci quanto siamo lontani dalla vera strada, dalla conversione a Dio, dal distacco dalle cose materiali, dalla vera vita.
Ci siano di continuo ammonimento, ispirazione, metro di paragone: se loro temevano di non essere degni, noi dobbiamo temerlo 70 volte sette di più.
Dovremmo chiedere occasioni di espiazione e purificazione, come chiediamo doni e favori.
Gli Eletti del Signore
@Stefania Stefy Stefanini in Cielo si va solo con la Croce, anche più piccola,e senza penitenza, sacrifici e rinunce alle cose mondane allora sarà il demonio a vincere. Non tutti possono avere medesime penitenze,ma tutti devono fare penitenza se vogliono salvarsi, sennò c'è il purgatorio o peggio l'inferno per chi sarà in peccato mortale. Non c'è vittoria senza Croce. La Misericordia arriverà …Altro
@Stefania Stefy Stefanini in Cielo si va solo con la Croce, anche più piccola,e senza penitenza, sacrifici e rinunce alle cose mondane allora sarà il demonio a vincere. Non tutti possono avere medesime penitenze,ma tutti devono fare penitenza se vogliono salvarsi, sennò c'è il purgatorio o peggio l'inferno per chi sarà in peccato mortale. Non c'è vittoria senza Croce. La Misericordia arriverà sempre dove c'è la Croce.
signummagnum
Ben detto fratello
Stefania Stefy Stefanini
Ma allora Gesù nel giudizio non applicherà la sua misericordia? Dovremo passare tutti i nostri giorni a fare penitenze, digiuni, vivere come vivevano quei frati stando stare in piedi o sotto l'acqua ecc. E avere paura di quelle parole: Dio giudica con rigore. Non tutti possono fare quel genere di penitenze
SERGIO FERRI
“NE MANDA PIU' ALL'INFERNO LA MISERICORDIA DI DIO CHE NON LA SUA GIUSTIZIA”
(S. ALFONSO MARIA DE' LIGUORI
“Un Gesù che sia d'accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura.
Una concezione del 'vangelo' dove non esiste più la serietà dell'ira di Dio, non ha …Altro
“NE MANDA PIU' ALL'INFERNO LA MISERICORDIA DI DIO CHE NON LA SUA GIUSTIZIA”
(S. ALFONSO MARIA DE' LIGUORI

“Un Gesù che sia d'accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura.
Una concezione del 'vangelo' dove non esiste più la serietà dell'ira di Dio, non ha niente a che fare con la vangelo biblico.
Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole 'lasciar correre'.
Il perdono è esigente e chiede ad entrambi – a chi lo riceve ed a chi lo dona – una presa di posizione che concerne l'intero loro essere. Un Gesù che approva tutto è un Gesù senza la croce, perché allora non c'è bisogno del dolore della croce per guarire l'uomo.
Ed effettivamente la croce viene sempre più estromessa dalla teologia e falsamente interpretata come brutta avventura o come un affare esclusivamente politico.
La croce come espiazione, la come come “forma” del perdono e della salvezza non si adatta ad un certo schema del pensiero moderno.
Solo quando si vede bene il nesso fra verità ed amore, la croce diviene comprensibile nella sua vera profondità teologica. Il perdono ha a che fare con la verità e perciò esige la croce del Figlio ed esige la nostra conversione. Perdono è appunto restaurazione della verità, rinnovamento dell’essere e superamento della menzogna nascosta in ogni peccato.
Il peccato è sempre, per sua essenza, un abbandono della verità del proprio essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da Dio”.
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Da Joseph Ratzinger, “Guardare a Cristo”, pag. 76, Jaca Book 1986
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“Sant’Agostino dice che il demonio inganna gli uomini in due modi: con la disperazione e con la speranza. Dopo il peccato, tenta il peccatore alla disperazione con il terrore della divina giustizia; ma prima di peccare spinge l’anima al peccato con la speranza nella divina misericordia. Perciò il Santo ammonisce: «Dopo il peccato, spera nella misericordia, prima del peccato, abbi timore della giustizia». Infatti non merita misericordia chi si serve della misericordia di Dio per offenderlo. Dio usa misericordia con chi lo teme, non con chi si serve di essa per non temerlo.
È difficile trovare una persona così disperata, che voglia veramente dannarsi. I peccatori vogliono peccare senza perdere la speranza di salvarsi. Peccano dicendo: «Dio è misericordioso; farò questo peccato e poi mi confesserò». «Farò ciò che mi piace, tanto Dio è buono»: cosi parlano i peccatori, come scrive sant’Agostino. Però tanti con questo modo di pensare sono finiti male. Dice il Signore: Non dire: «La sua misericordia è grande; mi perdonerà i molti peccati» (Sir 5,6). Non dire: «Per quanti peccati io possa commettere, con un atto di dolore sarò perdonato!» E perché? Poiché ci sono presso di lui misericordia e ira, il suo sdegno si riverserà sui peccatori. Dio pur essendo misericordioso, è anche giusto… Dio promette la sua misericordia a chi lo teme, non a chi abusa di essa. La sua misericordia si stende su quelli che lo temono (Lc 1,50), cantò la Madre di Dio. Agli ostinati Dio minaccia la giustizia. […]
Insomma, dice San Paolo, non ci si può prendere gioco di Dio (Gal 6,7). Non si può offendere continuamente con proposito e poi pretendere il Paradiso. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato: chi semina peccati non ha motivo di sperare altro che il castigo da scontare nell'inferno. La rete con la quale il demonio trascina le anime all'inferno e l'inganno sibilato attraverso le parole: «Peccate pure liberamente, perché vi salverete nonostante tutti i peccati». Dio detesta la speranza di chi si ostina al peccato poiché la loro speranza è abominio. Una tale speranza provoca Dio al castigo, meritato da chi, abusando della sua bontà, lo ha offeso in tutti i modi.
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S. Alfonso Maria de' Liguori

... Tratto da un articolo de Lo Straniero di Antonio Socci del 2015