“Spudorata Falsificazione”. Don Bux e un Articolo di Vatican News su Fiducia Supplicans.

1 Marzo 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato su Il Pensiero Cattolico, che ringraziamo di cuore. Il commento di don Nicola Bux smaschera un penoso tentativo di difendere Fiducia Supplicans e le benedizioni delle coppie irregolari, un documento che giustamente ha provocato reazioni avverse di proporzioni mai viste in tutto il mondo cattolico. Ma i cortigiani cercano comunque di giustificare l’ingiustificabile per compiacere il despota di turno…buona lettura e diffusione.

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Don Nicola Bux

NON ESISTONO BENEDIZIONI NON LITURGICHE

Vatican News del 27 febbraio 2024, ha pubblicato l’articolo: Fiducia supplicans, benedizioni non liturgiche e quella distinzione di Ratzinger. Il titolo accosta la recente Dichiarazione, ad alcuni passaggi contenuti nell’Istruzione Ardens Felicitatis del 14 settembre 2000, promulgata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, prefetto il cardinal Ratzinger, con oggetto le preghiere per ottenere da Dio la guarigione. Quel documento nasceva dalla necessità di mettere ordine nella confusione di quegli anni, circa i raduni di preghiera e il carisma di guarigione.

L’accostamento che l’articolo di Vatican News fa, tra le preghiere di cui parla l’Istruzione Ardens Felicitatis e le benedizioni di Fiducia Supplicans è del tutto errato. La preghiera è una domanda insistente, come la parola stessa indica, la benedizione è una formula di approvazione – bene dicere – dall’alto, cioè da parte di Dio. Il buon pastore, a cui accenna l’articolo, che non si dà pace finché non trova la pecorella smarrita, non va a benedire la pecora perché si è smarrita, ma a prenderla sulle spalle per riportarla all’ovile, non senza farle intendere che è andata fuori strada.

Ma torniamo all’Istruzione. Sin dal titolo: Instructio de orationibus ad obtinendam a Deo sanationem (sulle preghiere per ottenere da Dio la guarigione), spiega l’obbiettivo: invocare la liberazione dal male corporale e spirituale. Nessuna preghiera può essere fatta a Dio per confermare lo stato di peccato in cui si fosse caduti. Infatti, il desiderio di felicità insito nel cuore umano, si unisce sempre con la volontà di ottenere la liberazione dalle malattie e di comprenderne il senso, quando se ne fa esperienza.

L’Istruzione Ardens Felicitatis, interveniva pure a disciplinare la novità crescente di raduni di preghiera, che si uniscono a celebrazioni liturgiche finalizzate ad implorare da Dio la guarigione. In casi non del tutto rari, si diffonde la voce di avvenute guarigioni; in tal modo, cresce l’aspettativa di ciò, e l’interesse per tali raduni. In tale contesto, si fa appello ad un opinabile carisma di guarigione. Raduni di questo tipo, indetti per ottenere guarigione, suscitano domande su come li valuti l’autorità ecclesiastica, in specie riguardo all’aspetto liturgico su cui essa deve vigilare e dare norme, affinché sia disciplinato rettamente. A tal fine, l’Istruzione premette la parte dottrinale riguardante le grazie di guarigione e le preghiere per ottenerle. Innanzitutto, il significato della malattia e della guarigione nell’economia della salvezza. Nell’Antico Testamento, il malato che implora da Dio la guarigione, riconosce che a causa dei suoi peccati è afflitto da giuste pene. Ma la malattia affligge anche il giusto, e l’uomo chiede a Dio ragione di ciò: è celebre il caso di Giobbe. Questi è figura di Gesù Cristo, della cui passione, secondo l’Apostolo, l’uomo può essere partecipe col suo dolore e persino gioire (Col 1,24): a tal punto, il Nuovo Testamento eleva la sofferenza.

In secondo luogo, l’Istruzione, presenta il desiderio di guarigione e la preghiera per ottenerla. Dopo che il malato ha accettato la volontà di Dio, è pienamente umano il suo desiderio di riacquistare la salute; non deve abbattersi ma pregare, e il Signore lo curerà. Il documento non si limita alla preghiera di guarigione da parte di ogni singolo fedele per sé e per gli altri, ma ricorda che la Chiesa eleva questa preghiera, specialmente mediante l’Unzione dei malati, che allevia e può anche guarire dal male fisico e psichico, per l’efficacia del sacramento, che è un annunzio di risurrezione. L’Epistola di Giacomo, infatti, mostra come la preghiera dell’unzione non è semplicemente ‘per’ ma ‘sull’infermo’, cioè si tratta di un’azione efficace, come ha definito il concilio di Trento.

Il documento presenta altri tre aspetti: Gesù stesso ha esercitato il carisma di guarigione, dono dello Spirito che viene concesso pure ad alcuni fedeli; le preghiere di guarigione nella tradizione e il carisma di guarigione nell’attuale contesto.

La seconda parte dell’Istruzione, presenta le disposizioni disciplinari. L’art. 2: Le preghiere per ottenere la guarigione – sottolinea – si chiamano liturgiche se si trovano nei libri liturgici approvati, altrimenti sono preghiere spontanee (a proposito di queste devono restare distinte dalle liturgiche e non si devono confondere con quelle: cfr. anche art.5, §1 e 2). Quindi non sono benedizioni, e non hanno efficacia, soprattutto se il fedele non vuol abbandonare lo stato di peccato. Anche il riferimento all’Ordo benedictionis infirmorum, presente nel Rituale Romanum, nel punto 2 dell’Istruzione, riguarda “i testi eucologici”, cioè le preghiere di guarigione in esso contenute, non le formule di benedizione che costituiscono invece il sacramentale vero e proprio; si noti la disposizione dell’art.8 § 2, sulla necessità di tenere distinte le preghiere di esorcismo dalle celebrazioni per ottenere la guarigione, sia liturgiche che non. Dunque, l’articolo di Vatican News incorre in una clamorosa svista, chiamando in causa Ratzinger.

In nessun punto dell’Istruzione si parla di benedizioni. Se si vuole, la distinzione tra preghiere ‘per ottenere’ e benedizioni ‘che ottengono’, è analoga a quella che la liturgia orientale fa tra formule deprecatorie e formule dichiarative. Conviene chiarire poi, che ‘liturgico’ (dal greco: azione del popolo santo) è il culto pubblico della Chiesa, popolo di Dio adunato nel Nome della Trinità; ‘non liturgico’, invece, è l’esercizio di pietà che il singolo fedele fa’ da solo o con altri, ma non coinvolge la Chiesa e necessita la di lei vigilanza, affinché non scivoli in isterismi, artifizi, spettacoli (cfr. art 5, § 3). La liturgia e la pietà privata sono ordinate l’un l’altra, ma non vanno confuse.

Infine, conviene affermare che la benedizione, in ebraico berakah, quale atto spirituale e sacro, fa memoria, loda la presenza di Dio e intercede, affinché la sua potenza discenda sulla persona o sull’oggetto e li santifichi; presenza e discesa possono essere ricondotte rispettivamente a Cristo e allo Spirito Santo: come, nei sacramenti, l’anamnesi e l’epiclesi. La benedizione nutre ed esprime la fede, attraverso il segno di croce e l’aspersione dell’acqua benedetta. La benedizione è un sacramentale, cioè una estensione della grazia del sacramento, che per essere ricevuta esige la buona disposizione a ricevere l’effetto principale del sacramento a cui è ordinato (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, a. 1667).

Premesso che la benedizione non è compatibile con uno stato di peccato – non si può benedire ciò che disgrega, consuma, distrugge – a quale sacramento è ordinata la benedizione di una coppia irregolare? Non è vero che la benedizione non promuove e non giustifica nulla, perché essa promuove implicitamente gli “atti disordinati” e la pseudo unione. Nel testo di Fiducia Supplicans, ricorre esplicitamente sette volte l’espressione “benedizioni di coppie dello stesso sesso”: ma di uno stesso sesso non esiste coppia, perché sono simili, e i simili fanno un paio, non una coppia.

Dunque, non esiste una benedizione che non sia liturgica, quando è fatta da un ministro ordinato, che esercita il munus sanctificandi con e nella sacra liturgia, a nome della Chiesa. L’articolo di Vatican News, dunque, è ingannevole e costituisce una spudorata falsificazione, forse con l’intento di piacere a corte.

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12 commenti

  • Vitantonio marasciulo ha detto:

    Grazie don Nicola. Hai messo in chiaro l’inganno. Mi chiedo, vista l’evidenza, i cardinali obbedienti a Dio, non al potere divrebbero quantomeno puntare l’indice su Bergoglio, perché sta portando la Chiesa alla divisione. Anzi è già divisa.

  • luisa ha detto:

    molto chiaro. La spiegazione più chiara letta .

  • E.A. ha detto:

    Quando si arriverà a capire o ad ammettere che è tutto questo pseudo papato che si fonda sulla Menzogna forse sarà troppo tardi …!

  • llm ha detto:

    Perchè non fa il nome di chi ha scritto l’articolo citato ?

  • Corrado ha detto:

    Peccato che difetta di logica nel considerare ancora Francesco legittimo papa, nonostante tutte le evidenze.
    Se il papa si critica, non si è cattolici; ma si può, e si deve, criricare un antipapa (a meno che, a mia insaputa e chiederei scusa per la mia ignoranza, non sia stato modifiato il catechismo che ho studiato ai tempi della mia prima Comunione).

  • Corrado Bassanese ha detto:

    La logica non fa difetto a don Nicola Bux.

  • un povero prete ha detto:

    Cari lettori di SC, anzitutto ringrazio mons.Nicola Bux per l’eccellente ,chiarissimo ed esaustivo intervento .
    L’articolo citato ( senza citare il suo poveretto autore) di Vatican News del 27/2 è delirante ed ha fatto ridere quel mezzo mondo che coordina ancora i sensi , che ha avuto l’ardire di leggerlo . Certo è che se Francesco continua ad avvalersi di questi collaboratori , manifesta la sua “DISPERAZIONE ” , si ho scritto “disperazione” . Certo non appare che è disperato . Ma come potrebbe non essere disperato un Papa che sta facendo quel che fa ? Qualcuno potrebbe obiettare che potrebbe anche esser disperato per non essere ancora riuscito a completare la sua missione grazie a tanti sacerdoti e laici che lo impediscono (pur continuando a litigare fra loro ) , ma quando si ritira in camera sua a santa Marta , come faceva ReDavid ( seppur per ragioni opposte ) inonda certo il suo cuscino di lacrime . Un professore di Teologia che cercò di insegnargliela a Buenos Ayres , commentava che in lui c’erano più personalità. Forse una ora piange per quel che ha fatto,l’altra per quel che non ha fatto ancora. Ma se lo osservate nel volto spesso appare l’espressione del disperato che cerca di apparire diversamente . Tradire il nostro buon Gesù e nostra Madre Maria , non può altro che portare alla disperazione . Non leggo Vatican News soprattutto da quando mi sono autoesiliato lontano dalla Città Eterna e da Porta Sant’Anna dove ormai non riuscivo più ad entrare dal 2013 , le gambe si irrigidivano , si bloccavano . Dovevo tornare indietro . Ringrazio pertanto Mons. Bux per quanto ha avuto il coraggio di scrivere pubblicamente .Non mi firmo perche il mio nome è sconosciuto , sono un povero prete che ha vissuto all’ombra di un Santo Papa quale san GP II e poi servito un gigante , un Grande Pontefice ,Magno, quale Benedetto XVI. Che venne messo in condizioni di rinunciare perchè doveva salire al soglio pontificio Francesco. Che oggi è disperato .

    • Corrado ha detto:

      Vedi mio commento sopra.

    • don Mariano ha detto:

      Interessante questa riflessione sulla DISPERAZIONE di Francesco. Molto intrigante .

    • andreottiano ha detto:

      La disperazione di chi consegna Gesù al mondo, nella notte tra il giovedì e il venerdì santo. Pianse Pietro al canto del gallo, morì Giuda che voleva restituire il denaro, ma non andò a chiedere perdono al Signore. Gesù consegna Giovanni alla Madre e la Madre a Giovanni. Maddalena è lì, sotto la croce. Tutto è compiuto, un ladrone ha appena guadagnato il paradiso, l’altro no. Giuseppe di Arimatea va da Pilato a chiedere il cadavere del crocefisso per porlo nel telo sindonico, ancor oggi segno inequivocabile.
      Tutto va al suo posto, nei tempi di Dio. Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco…

    • Marco l'altro ha detto:

      Il teologo di Buenos Aires che voleva insegnargli la teologia diagnostico diverse personalità .nel futuro papà infatti oggi viene riportato da molte agenzie di stampa l intervento di papa francesco al convegno su l antropologia delle votazioni. In cui condanna la brutta ideologia gender che oggi è il pericolo più grave per l umanità perché annulla le differenze . Eppure in fiducia supplicans si vogliono benedire i frutti di questa ideologia bohh!!! Due passi avanti uno indietro che mal di testa a seguirlo