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Quando Sant'Agostino accusa BXVI d'inseguire una falsa unità... A proposito dell'unità, S. Agostino commentando la preghiera del Signore dice nell'omelia 110 : "Dopo aver detto: affinché anch'essi …Altro
Quando Sant'Agostino accusa BXVI d'inseguire una falsa unità...

A proposito dell'unità, S. Agostino commentando la preghiera del Signore dice nell'omelia 110 :

"Dopo aver detto: affinché anch'essi siano una cosa sola in noi, Gesu' aggiunge: cosicché il mondo creda che tu mi hai mandato (Gv 17, 21). Che significa questo? Forse che il mondo crederà solo quando saremo tutti una cosa sola nel Padre e nel Figlio? Ma questa sarebbe la pace perpetua, e quindi più il premio della fede che non la fede stessa. Saremo una cosa sola, infatti, non per poter credere, ma perché avremo creduto.

E' vero che anche in questa vita, in virtù della comune fede, quanti crediamo nell'unico Salvatore siamo una cosa sola, secondo l'affermazione dell'Apostolo: Tutti voi siete uno in Cristo Gesù (Gal 3, 28). Ma anche in questo caso, l'essere una cosa sola non è condizione ma l'effetto della fede.

Cosa vuole intendere il Signore dicendo: Che tutti siano una cosa sola, affinché il mondo creda? Tutti vuol dire il mondo dei credenti. Per Gesu' "coloro che saranno una cosa sola" e "il mondo che crederà" non sono realtà diverse.

Infatti il Signore dice: Non prego soltanto per questi, ma anche per coloro che crederanno in me per mezzo della loro parola; soggiungendo subito: affinché tutti siano una cosa sola. Chi sono questi tutti se non il mondo, e non il mondo ostile ma quello fedele? Poco prima infatti Gesu' aveva detto: non prego per il mondo (Gv 17, 9), e ora prega per il mondo affinché creda. Esiste, infatti, un mondo del quale l'Apostolo dice: Non dobbiamo essere condannati con questo mondo (1 Cor 11, 32). Per questo mondo il Signore non prega, ben sapendo quale sorte ad esso toccherà.

Ma esiste anche un mondo del quale sta scritto: Non è venuto il Figlio dell'uomo per giudicare il mondo, ma affinché il mondo sia salvo per mezzo di lui (Gv 3, 17); e del quale l'Apostolo dice: Era Dio che in Cristo riconciliava a sé il mondo (2 Cor 5, 19). Per questo mondo Cristo prega dicendo: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato.

E' appunto in virtù di questa fede che il mondo viene riconciliato a Dio, quando crede in Cristo come mandato da Dio. Come dovremo dunque intendere le parole del Signore: anch'essi siano una cosa sola in noi, cosicché il mondo creda che tu mi hai mandato? Non certo nel senso che la fede del mondo dipenda dal fatto che essi saranno una cosa sola, come se il mondo dovesse credere quando vedrà che essi sono una cosa sola: infatti per "mondo" si intendono tutti quelli che credendo diventeranno una cosa sola. Ma, come pregando ha detto: affinché tutti siano uno e, sempre pregando: affinché essi in noi siano uno, così dice anche: affinché il mondo creda. La preghiera infatti: affinché tutti siano uno ha lo stesso senso dell'altra: affinché il mondo creda, perché è credendo che il mondo diventerà uno: saranno perfettamente uno coloro che, essendo uno per natura, ribellandosi all'uno, avevano perduto la loro unità.

Se, insomma, per la terza volta sottintendiamo il verbo "prego", o, meglio, se facciamo dipendere tutto da questo verbo, il senso di questo passo diverrà chiaro: Prego affinché tutti siano uno, come tu, Padre, sei in me ed io in te; prego affinché anch'essi siano uno in noi; prego affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Inoltre ha precisato: in noi, perché si tenga ben presente che se noi diventiamo una cosa sola in virtù della fede e della carità, lo dobbiamo, non a noi, ma alla grazia di Dio. E' quanto c'insegna l'Apostolo, quando, dopo aver detto: Un tempo foste tenebra, mentre adesso siete luce, affinché nessuno se ne attribuisca il merito, aggiunge: nel Signore (Ef 5, 8).
[frammento dell' Omelia 110 di Sant'Agostino ]

Per la chiesa conciliare non è credendo prima che il mondo diventerà poi uno ma é diventanto prima uno che il mondo poi crederà !!! L'elemento primario di unità tra le chiese pan-cristiane è il credere vagamente (cioé a meno N>1 dogmi) nell'incontro con gesu e non una FEDE intatta che preservi innanzitutto i dogmi. Così l'unità appare al papa stesso come la condizione sinequanon, la premessa necessaria alla nuova "fede" e non l'effetto postumo di una sana professione della vera FEDE.

Questo è uno dei motivi che fa dire ai prelati imbevuti di CVII come il card. Koch. "Ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide".

Tuttavia, diceva sant'Agostino:
“In molti punti, gli eretici sono con me, in qualche altro no; ma a causa di questi pochi punti in cui si separano da me, non serve loro a nulla di essere con me in tutto il resto
( S. Agostino., In Psal. 54, n. 19; PL 36, 641).
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Il 19/08/2005 durante l'incontro ecumenico di Colonia, Benedetto XVI disse expressis verbis :
"D'altra parte questa unità non significa quello che si potrebbe chiamare ecumenismo del ritorno: rinnegare cioè e rifiutare la pro-pria storia di fede. Assolutamente no!".
("La rivoluzione di Dio", ed. L. Vaticana & S. Paolo, 2005 a p.100)
Più chiaro di così, si muore. Ognuno viene a costruire l'unità …Altro
Il 19/08/2005 durante l'incontro ecumenico di Colonia, Benedetto XVI disse expressis verbis :
"D'altra parte questa unità non significa quello che si potrebbe chiamare ecumenismo del ritorno: rinnegare cioè e rifiutare la pro-pria storia di fede. Assolutamente no!".
("La rivoluzione di Dio", ed. L. Vaticana & S. Paolo, 2005 a p.100)

Più chiaro di così, si muore. Ognuno viene a costruire l'unità voluta da Concilio restando quello che é!

😡

Sono affermazioni gravissime, come ognuno può vedere. E poi si ostinano a parlare di continuità di dottrina tra pre e post Concilio!