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Paul
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RU-486,CHEMICAL ABORTION. What is RU-486 (the abortion pill)? RU-486 is a series of pills administered in two phases. The first phase kills the baby by blocking a hormone that maintains pregnancies. …More
RU-486,CHEMICAL ABORTION.

What is RU-486 (the abortion pill)?
RU-486 is a series of pills administered in two phases. The first phase kills the baby by blocking a hormone that maintains pregnancies. The second phase induces the baby to pass through the uterus. This type of abortion is known as a chemical abortion and can only be used to end pregnancies that are less than 7 weeks along.
At least, TWENTY-NINE women have died from RU-486. Common side effects are severe cramping, severe bleeding, heart attack, incomplete abortion, nausea, vomiting, and death.
RU-486 is particularly traumatic to women because they sometimes see their unborn child expelled after it passes through the uterus.
Paul
什么是RU - 486堕胎(堕胎丸)?
RU - 486堕胎是一个分两个阶段管理丸系列。第一阶段杀死阻止一种激素,它维护怀孕的婴儿。第二阶段诱导婴儿通过子宫。这种人工流产类型被称为化学堕胎,只能用来终止妊娠的小于7周沿。
至少,29个妇女死于RU - 486堕胎。常见的副作用是严重抽筋,严重出血,心脏病,不全流产,恶心,呕吐,甚至死亡。
RU - 486堕胎尤其是创伤的妇女,…More
什么是RU - 486堕胎(堕胎丸)?
RU - 486堕胎是一个分两个阶段管理丸系列。第一阶段杀死阻止一种激素,它维护怀孕的婴儿。第二阶段诱导婴儿通过子宫。这种人工流产类型被称为化学堕胎,只能用来终止妊娠的小于7周沿。
至少,29个妇女死于RU - 486堕胎。常见的副作用是严重抽筋,严重出血,心脏病,不全流产,恶心,呕吐,甚至死亡。
RU - 486堕胎尤其是创伤的妇女,因为他们有时看到自己未出生的孩子被驱逐后,通过子宫传递。
Paul
Alessandro Di Matteo
La morte con un bicchier d'acqua
Gli effetti collaterali:
«Venduta e pubblicizzata come rimedio facile al più temuto cruento aborto chirurgico, la realtà finora ha contraddetto le più rosee previsioni. Sono gli effetti collaterali, soprattutto nella fase espulsiva, a destare maggiori preoccupazioni: dolori addominali e crampi (secondo la (...) Food and Drug Administration se …More
Alessandro Di Matteo
La morte con un bicchier d'acqua

Gli effetti collaterali:
«Venduta e pubblicizzata come rimedio facile al più temuto cruento aborto chirurgico, la realtà finora ha contraddetto le più rosee previsioni. Sono gli effetti collaterali, soprattutto nella fase espulsiva, a destare maggiori preoccupazioni: dolori addominali e crampi (secondo la (...) Food and Drug Administration se ne lamenta il 96% delle donne), nausea (61%), mal di testa (31%), vomito (26%) diarrea (20%), vertigini (12%), affaticamento generale (10%), mal di schiena (9%). In misura minore si possono presentare brividi, esantema, perdita di coscienza, variazioni nella pressione del sangue e anche la febbre (che fino a 38° non è considerata un sintomo pericoloso). Inoltre il flusso emorragico conseguente all'assunzione delle due pasticche è per quantità e durata notevolmente maggiore di un regolare flusso mestruale: da 8 a 17 giorni. (...) La sua decantata innocuità è solo una misera bandiera ideologica, abilmente messa in campo da quelle agenzie politico-culturali che sanno orchestrare bene la musica da suonare per i loro scopi. Eppure con questa velenosa Zigulì sono morte 29 donne.»

I Radicali e la manipolazione del linguaggio:
«Scientificamente la RU486 pone tanti problemi, troppo delicati da poterla introdurre a cuor leggero anche in Italia. Ma come accade di sovente, c'è un trucco, una strategia mirata per poterla introdurre da noi. Cominciare a parlarne, gridare al "mancato esercizio del diritto all'aborto", cominciare a far quel rumore mediatico necessario perché l'uomo comune sia portato comunque a schierarsi. Chi poteva farlo? Chi sono i campioni del rumore mediatico? Ovviamente quelli del Partito Radicale, che hanno una radio di partito per cavalcare le proprie campagne mortifere (aborto, eutanasia…) e, sotto la foglia di fico delle trasmissioni in diretta dal Parlamento, ricevono contributi dallo Stato senza aver svolto una gara d'appalto. (...) Il ginecologo Silvio Viale, militante radicale, diventa l'ariete della RU486. Viale è un medico furbo che recita bene la parte che gli è stata assegnata: omettere informazioni, tranquillizzare le donne sulle morti, banalizzare i rischi, utilizzare, da buon radicale, la cosmesi del linguaggio. Ad esempio evita di parlare di aborto dell'embrione. Parla di "espulsione dell'embrione" e non di aborto che è più ripugnante per una coscienza vigile. Si emancipa nel linguaggio strada facendo quando a proposito della RU486 afferma: "È naturale che a un flusso di materiale indefinito sia attribuito un valore etico diverso da quello di un embrione, o di un feto, di un'epoca successiva, più formato e più visibile". Flusso di materiale indefinito! E noi pensavamo che il culmine della cosmesi del linguaggio l'avesse raggiunta la psicanalista Marisa Fiumanò che a proposito di embrione ebbe a definirlo "materiale sessuale umano" o l'oncologo-nichilista Umberto Veronesi quando parlò di "ovulo fecondato" invece che di embrione.»

La donna protagonista:
«La RU486 è la prima pillola destinata, e da utilizzare, per uccidere selettivamente i bambini in utero. Ha natura essenzialmente occisiva. Culturalmente per la donna rappresenta un salto di qualità. All'indietro. Dopo il già riprovevole aborto chirurgico con questo pesticida umano per la donna si aprono nuovi subdoli scenari: diventa protagonista della morte del proprio figlio. Non è più il medico che in anestesia uccide il figlio-embrione con una delle tecniche offerte della medicina-omicida, ma è la donna stessa che ingurgitando la pasticca-veleno dà la morte al proprio figlio. È alla donna che viene chiesto di gestire il processo abortivo. Il medico tutt'al più svolge la funzione di controllo ma non è più parte attiva. Sulla donna non grava più solo la scelta dell'aborto, il "sacrosanto diritto" rivendicato a più non posso dal vetero-femminismo. La donna è costretta a sentire il proprio figlio morire. Un salto mortale richiesto dal femminismo, un doppio salto mortale richiesto dall'emancipazione e un triplo salto mortale dal progresso morale. (...) La donna schierata in contrapposizione al proprio figlio, figlio da espellere come un ospite indesiderato, un nemico della propria realizzazione personale, un'escrescenza da estirpare. Il prima possibile. Prima che un calcetto in quel grembo ti faccia avvertire la consapevolezza del divenire mamma.»

L'eterogenesi dei fini:
«L'uso della RU486 è anche la conferma dell'eterogenesi dei fini del femminismo: dalla "clandestinità delle mammane" si doveva uscire - asserivano - con la "socializzazione dell'aborto" (...). Oggi con la RU486 dalla socializzazione si torna alla privatizzazione dell'aborto. La donna lasciata sola a vivere un dramma che dura, almeno fisicamente come si è cercato di far capire, giorni. E ad essere liberati (altro che liberazione della donna!) sono quelli della classe medica: "Non si compromettono carriere, non si impegna la struttura sanitaria, non si immobilizza la sala operatoria, non si candida il proprio reparto a farsi carico della massa di interventi abortivi". C'è spazio anche per il ridicolo (...): leggendo la brochure del Mifegyne (il nome commerciale della pillola-veleno) si può trovare scritto che "è particolarmente raccomandata quando la paziente vuole, per motivi personali, interrompere la gravidanza conservando intatta la sua verginità". Dopo la RU486 parlano di verginità. Il caos come regola, il disordine morale come virtù, il collasso delle parole come linguaggio comune, la dissoluzione delle coscienze come vivere civile.»