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Il decreto "DE DEFECTIBUS" di papa SanPioV squalifica il NovusOrdo... 'DE DEFECTIBUS - IN CELEBRATIONE MISSARUM OCCORRENTIBUS' é il decreto di papa san PioV che é stampato da 5 secoli in testa a tutti …Altro
Il decreto "DE DEFECTIBUS" di papa SanPioV squalifica il NovusOrdo...

'DE DEFECTIBUS - IN CELEBRATIONE MISSARUM OCCORRENTIBUS'

é il decreto di papa san PioV che é stampato da 5 secoli in testa a tutti i messali tridentini. E' un insieme di prescrizioni e norme riguardanti la validità della S.Messa Tridentina. Secondo tale decreto nella Consacrazione del Nom non c'è la certezza della Presenza Reale, per via dell'incredibile follia dei modernisti di mutare letteralmente le parole che Gesù dettò con ferma precisione e che si conservarono intoccabili per due millenni...il "per tutti" (ecumenista) al posto del "per molti"

A riprova dei grandi dubbi (forse certezze) ecco la parte del De Defectibus che spiega cosa accade se qualcuno cambia le parole della Consacrazione:

" V – I DIFETTI NELLA FORMA
I difetti da parte della forma possono verificarsi se manca qualcosa da ciò che è richiesto all’integrità delle parole nella stessa consacrazione. Infatti le parole della consacrazione, che sono la forma del Sacramento, sono queste:
Hoc est enim Corpus meum. E: Hic est enim Calix Sanguinis mei, novi et æterni testamenti: mysterium fidei, qui pro vobis e pro multis effundetur in remissionem peccatorum. Ma se qualcuno diminuisse qualcosa, o mutasse qualcosa dalla forma della consacrazione del Corpo e del Sangue, e in questo cambiamento di parole le nuove parole non significassero più la stessa cosa, il Sacramento non è valido. Se inoltre fosse aggiunto qualcosa, che non muti il significato, il Sacramento è certamente valido ma peccando in modo massimamente grave."


PRO MULTIS. Ha lo stesso significato di PRO OMNIBUS?
No, per questo non esistono due forme (una forma ordinaria e una extraordinaria) della messa, ne esiste solo una ed il Nom non ne fa parte.

Alla luce del DeDefectibus non si capicono dunque le parole di papa BXVI nel promulgare il MotuProprio: "I testi del Messale Romano V.O. e di quelli del N.O.M, sono due forme della Liturgia Romana, definite rispettivamente ordinaria e extraordinaria: si tratta di due usi dell’unico Rito Romano, che si pongono l’uno accanto all’altro. L’una e l’altra forma sono espressione della stessa lex orandi della Chiesa."