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di Stefania Consoli

Gli occhi puntati verso il cielo. Attenti, a scrutare le perfette combinazioni di quegli astri che il Creatore come brina sul campo ha disseminato per tutto l’universo. Più grandi, più piccoli; più o meno luminosi. Brillanti o fiochi, di un bianco argenteo che li rende attraenti ed eleganti. Altri, sfumati di leggere tinte rosate o tendenti all’azzurro.

Per secoli, nella vasta oscurità del cielo notturno, i marinai guardavano le stelle come ad una bussola infallibile che indicava loro la giusta direzione. Osservavano, prendevano le misure e calcolavano la rotta senza esitazioni. Non potevano sbagliare, perché nel firmamento nulla è a caso, ogni cosa è collocata al posto giusto: ogni elemento è a sé, e contemporaneamente unito a tutto il resto perché si possa leggere un disegno che rimanda altro, che conduce sempre oltre

Come sarebbe bello avere lo sguardo dei marinai! Carico di saggezza, semplice, ma soprattutto umile, perché capace di sollevarsi verso ciò che lo sovrasta per trovare le risposte sul cammino. Come sarebbe bello che questo sguardo s’imprima nei nostri occhi quando attraversiamo la notte del dubbio, della paura, dell’incertezza. Proprio allora dovremmo essere in grado di staccarlo dalla terra per incontrare quelle luci che Dio ha acceso in cielo per noi; perché il mondo spesso è buio, oppresso dalle tenebre e non ci sono più i riferimenti: «Levate in alto i vostri occhi
 e guardate: chi ha creato quegli astri?
 Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito
 e li chiama tutti per nome;
 per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza 
non ne manca alcuno» (Isaia 40,26).

Ma se le stelle ci sanno guidare nei nostri tragitti terreni, sulle vie spirituali ci sono donate altre “luci”, capaci di aumentare con la loro azione la nostra capacità di orientamento. Sono i profeti, uomini e donne che in ogni tempo, vengono scelti dal Cielo per farci conoscere il pensiero di Dio, i suoi desideri, i suoi inviti e suggerimenti: «Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, 
la luna e le stelle che tu hai fissato,

 che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, 
il figlio dell’uomo, perché te ne curi? 

Eppure l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato.

 Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani…».

Sono dei veri e propri “punti luce”, che anche oggi, in questo tempo contorto e confuso, rischiarano l’orizzonte ai nostri passi, mostrano nuove vie da prendere per arrivare “a casa”, al porto che ci aspetta: il Cuore stesso di Cristo, l’Astro del Cielo per eccellenza:Io sto preparando intensamente lo spirito dei figli di Dio, ed oriento l’intera creazione verso il ritorno glorioso di Cristo. Tutti voi siete impegnati a preparare la nuova creazione, ma essa non verrà prima che Gesù ritorni nella sua gloria. Per questo vi ho detto che è il tempo dei profeti, perché è giunta l’ora che io risvegli il mio popolo. Esso giace assopito, stordito da tante parole senza vita, confuso da maestri e dottori che non parlano d’altro che di se stessi, ed imprigionano i figli di Dio nelle fitte trame delle loro ambizioni” (lo Spirito Santo a Stefania Caterina, 24 giugno 2012).

Parole ispirate, che aprono nuovi tratti di strada per l’umanità in cammino verso il Regno. Se però noi non le ascoltiamo, ci sarà il rischio di continuare a girare su noi stessi, intorno ai nostri piccoli e grandi drammi, a volte solo gonfiati dalla preoccupazione che sempre ci minaccia nel profondo. Non ci fidiamo e per questo ci blocchiamo. Non sappiamo più andare avanti.

Accogliamo i profeti, permettiamo loro di realizzare il compito che Dio ha affidato alla loro sensibilità. Ed anche rendiamo attivo il dono della profezia che abbiamo ricevuto nel Battesimo, lasciando che lo Spirito Santo si esprima attraverso la nostra originalità. Non siamo consapevoli di quanta ricchezza Dio ha depositato nelle nostre anime, un tesoro che rischia di perdere il suo valore se non viene messo a frutto attraverso la nostra offerta, attraverso la disponibilità a lasciarci usare secondo le nostre peculiarità, i nostri doni. Soprattutto in questo tempo in cui l’umanità sta navigando in acque che nascondono molte insidie, dobbiamo ascoltare Dio che ci parla in modo chiaro e diretto, per sapere come affrontare e superare le onde alte, le mareggiate e gli improvvisi gorghi, e imparare ad usare la stessa autorità di Cristo che con un semplice

comando placava la furia della tempesta. Solo allora potremo riprendere con celerità e rinnovata speranza la nostra rotta verso la “nuova terra” che Dio ha già preparato per noi.

Ascoltiamo soprattutto la Madre coronata da dodici stelle, che a Medjugorje ogni giorno “buca il cielo” per arrivare fino a noi e per farci comprendere il disegno di Dio per il futuro, nostro e dell’intera umanità. Quel cielo che ogni notte si riempie di stelle lucenti, ci offre la Stella del Mattino, la luce più fulgida di tutto l’universo.

E allora è davvero tornato il tempo di fare come i marinai. Non sono le carte compilate dagli “esperti”, le rotte ben tracciate da tecnologie sempre più raffinate. Tutto è scritto in cielo, insieme ai nostri nomi. Dobbiamo solo sollevare lo sguardo e imparare a decifrare il linguaggio delle stelle.

Io credo, Signore,

che alla fine della notte

non c’è la notte, ma l’aurora;

che alla fine dell’inverno,

non c’è l’inverno, ma la primavera;

che al termine dell’attesa,

non c’è ancora attesa, ma l’incontro.

 JULES FOLLIET