Monteggio

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Monteggio
frazione
Monteggio – Stemma
Localizzazione
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Cantone Ticino
DistrettoLugano
ComuneTresa (comune)
Amministrazione
Lingue ufficialiItaliano
Territorio
Coordinate45°59′40″N 8°48′29″E / 45.994444°N 8.808056°E45.994444; 8.808056 (Monteggio)
Altitudine420 m s.l.m.
Superficie3,4 km²
Abitanti896 (2016)
Densità263,53 ab./km²
Sottodivisionivedi elenco
Altre informazioni
Cod. postale6996
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice OFS5202
TargaTI
Parte diSessa
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
Monteggio
Monteggio
Sito istituzionale

Monteggio (fino al 1819 Albio[1]; in dialetto ticinese Montégg[senza fonte]) è una frazione di 896 abitanti del comune di Tresa nel Canton Ticino, nel distretto di Lugano[2].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Monteggio è situato nel Malcantone lungo le rive del fiume Tresa[1], per cui il suo territorio comunale confinava con l'Italia. Vi si trovano tre dogane, a Cassinone, a Ponte Cremenaga e a Fornasette, la più antica[senza fonte].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Mappa dell'ex comune di Monteggio

Il comune fu un tempo feudo dei Sessa. A partire dal XV secolo i duchi di Milano gli concessero lo status di terra privilegiata, affidandogli il compito di difendere e mantenere efficiente la strada che segue il percorso della Tresa[1][3]. Nel 1511 diventò territorio svizzero e, a partire dal 1584, i cantoni sovrani confermarono lo statuto garantito dal Ducato di Milano chiedendo in cambio che il comune versasse ogni due anni un contributo ai sindacatori (ambasciatori-ispettori)[3]. Lo status di terra privilegiata venne meno con la proclamazione della Repubblica Elvetica.

Originariamente comune autonomo, nel 2021 il comune di Monteggio venne fuso con i comuni di Croglio, Ponte Tresa e Sessa, per formare il nuovo comune di Tresa.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Il comune aveva uno stemma così blasonato: inquartato a croce di S. Andrea, di nero e rosso; al capo d'oro all'aquila di nero. L'arma proviene dal Codice Cremosano (1673) che dà « Monteggi » (fig. 118, p. 95)."[4].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La chiesetta di Sant'Adalberto

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Ruderi del Castello d'Albio[1];
  • Case in località Busino con meridiane floreali sulla facciata[senza fonte];
  • Antico mulino in località Busino[senza fonte];
  • Fonderia d'oro in località Ramello, già a servizio della miniera Costa di Sessa, risalente al 1861 e ridotta a rudere: della struttura resta il camino dell'ex fornace[senza fonte];
  • Villa Donati in località Molinazzo, abitazione civile costruita fra il 1885 e il 1890[senza fonte];
  • Antico mulino in località Molinazzo[senza fonte];
  • Fontana coperta, già lavatoio, in località Termine, a ridosso della cappella della Madonna del Rosario[senza fonte];
  • Casa colonica in località Crocivaglio, con l'affresco Madonna in trono col Bambino, san Rocco e il committente[senza fonte];
  • Casa Passera in località Crocivaglio, costruita nel XVII secolo[senza fonte];
  • Casa in località Rancina, con l'affresco Madonna col Bambino e tre santi[senza fonte];
  • Casa in località Persico, del XVII secolo[senza fonte];
  • Casa in località Persico, con un portico diviso da arcate, un loggiato colonnato e una meridiana a scudo sulla facciata[senza fonte];
  • Fornaci in località Fornasette[senza fonte];
  • Cinque mulini, tre torchi, due magli, tre peschiere e una segheria in località Fornasette[senza fonte];
  • Deposito del sale in località Lisora[senza fonte];
  • Casa in località Lisora, con il dipinto murale, ora danneggiato, Madonna e due santi[senza fonte];
  • Villaggio Bosco della Bella, composto da 27 case di legno realizzate nel 1962 per la Pro Juventute[5].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:

Abitanti censiti[6]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Monteggio contava 26 frazioni[1]: Bosco, Bruciata (Brusata)[1], Busino, Cassinone, Castello[1],Crocivaglio, Fonderia, Fornasette[1], Genestraio, Isole, Lisora[1], Molinazzo[1], Monteggio,Persico, Pirla, Ponte Cremenaga[1], Ramello, Rancina, Ressiga, Roncaccio, Ronchetto, Rovedera, Selvacce, Suino, Termine, Tiradelza.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Ogni famiglia originaria del luogo faceva parte del cosiddetto comune patriziale e aveva la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune. Il Patriziato di Monteggio è estinto[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m Bernardino Croci Maspoli, Monteggio, in Dizionario storico della Svizzera, 21 maggio 2008. URL consultato il 2 novembre 2017.
  2. ^ Anche Sessa nel nuovo comune di Tresa, su Ticinonline, 15 ottobre 2019. URL consultato il 12 dicembre 2022.
  3. ^ a b Emilio Motta, 1991, p. 54.
  4. ^ IL COMUNE SI PRESENTA. Dati generali. Frazioni, su monteggio.ch.
  5. ^ Beckel, Kübler, 2011, p. 9.
  6. ^ Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
  7. ^ Elenco patriziati M, su www4.ti.ch.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Bertoliatti, Profilo storico di Sessa, Bertogliatti, Emo Cavalleri; Chiasso-Como 1942.
  • Virgilio Chiesa, Lineamenti storici del Malcantone, Tipografia Gaggini-Bizzozero, Lugano 1961.
  • Adolfo Caldelari, Arte e Storia nel Ticino, ETT, Locarno 1975, 127.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 251-252.
  • Plinio Grossi, Il Malcantone, riedizione della Guida Galli-Tamburini, Fontana Print S. A. Pregassona 1984, 103-106, 149.
  • Giovanni Maria Staffieri, "Monteggio", in Malcantone. Testimonianze culturali nei comuni malcantonesi, Lugano-Agno 1985, 41, 48-49, 51, 109.
  • Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
  • Bollettino storico della Svizzera italiana (BSSI), 2004, 245 e seguenti.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 412.
  • Inge Beckel, Christof Kübler, Ferien für alle. Zu den Anfängen eines sozialen Tourismus in der Schweiz, in «Arte e Architettura in Svizzera», anno 62, numero 2, SSAS, Berna 2011.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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