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Il cinquecentenario del ritorno dei certosini a Serra

Il cinquecentenario del ritorno dei certosini a Serra

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StefanoBosco

Oggi 27 febbraio 2014, ricorre il cinquecentenario del ritorno dei certosini nella certosa di Serra san Bruno, dopo 322 anni di permanenza cistercense. A seguito dell’evento del ritrovamento delle ossa del santo fondatore Bruno, il Papa Leone X, nel 1514 approvò il culto di san Bruno e ritenne opportuno far insediare nuovamente i certosini a Serra. Sulle ragioni del precedente allontanamento dei monaci bruniani, avvenuto nel 1194 per volontà di Papa Celestino III e di re Tancredi e sui monaci cistercensi che vi subentrarono, recentemente, un libro ha cercato di fare chiarezza, sull’accaduto. Il titolo del libro è “l’Angelo di Sibilla” e vi consiglio di leggerlo. Ma proseguiamo nella descrizione dei fatti che riportarono il carisma certosino in Calabria. Alla presenza dei priori delle certose meridionali di Napoli, Capri, Padula e Chiaromonte, nonchè di esponenti della nobiltà napoletana e calabrese il 27 febbraio del 1514 avvenne ufficialmente la “recuperazione” della certosa di S. Stefano, che prese il nome di  “Domus sanctorum Stephani et Brunonis”. Avuta la delega dal Capitolo Generale il certosino bolognese Dom Costanzo De Rigetis, proveniente dalla certosa di Montello, ne assunse la guida come priore, dando avvio all’attività monastica.

Il passaggio di consegne avvenne con una suggestiva processione dei cistercensi che uscirono dal monastero andando incontro ai certosini che subentrarono, e da tutti fu cantato il TeDeum.

Fu fondamentale l’opera intrapresa da De Rigetis che scrupolosamente e con meticolosa cura nella ricerca, realizzò un “Libretto della Ricuperazione” datato 1523, una sorta di inventario di quello che trovò al suo arrivo in certosa. Esso ha costituito un documento importantissimo per ricostruire la vita di Bruno in Calabria e dei primi successori. Subito dopo essersi insediati i monaci certosini, furono costretti ad avviare grandi lavori di ristrutturazione ed abbellimento, sostenuti economicamente dai confratelli di san Martino di Napoli, e che continuarono per diversi secoli.

Vi fu l’ampliamento del chiostro grande, che fu e dotato di 24 celle (1523), il consolidamento del muro di cinta, rafforzato con 7 torri di guardia (1536), il completamento del chiostro e la costruzione del Refettorio (1543, il completamento della nuova chiesa conventuale (1600,oltre alla creazione del laghetto artificiale delle penitenze (1645)ed alla risistemazione del cosiddetto Dormitorio (1776). Una vera rinascita che dette lustro alla certosa calabrese ed a tutto il territorio circostante, che trovò beneficio grazie alle attività agricole svolto nelle grange e nei possedimenti dei monaci. Nonostante le ulteriori e successive vicende legate al terremoto ed alle soppressioni monastiche, la vita certosina a Serra è ancora fiorente e la certosa risulta essere il cuore pulsante della spiritualità di tutta la Calabria.

A tal proposito come vi ho esposto in un precedente articolo il simbolo di questo anniversario è la ormai celebre icona intronizzata nella cappella esterna della certosa con cerimonia solenne lo scorso 18 gennaio. Potrete assistere alla funzione svoltasi, grazie ad un documento filmato inviatomi da un amico di questo blog, che ha immortalato le fasi salienti dell’evento.

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