Genova

"Non Habemus Papam", il cardinale Siri e quella misteriosa fumata bianca

Nel 110° anniversario della nascita, torna d'attualità il retroscena del Conclave del 1958: chi si oppose alla sua elezione?

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Il 20 Maggio ricorre il 110° anniversario della nascita di Giuseppe Siri. Governò Genova dal 1946 al 1987, il più lungo e difficilmente raggiungibile episcopato. Cardinale a 47 anni, era pronto per essere eletto papa nel 1958. Come lo Spirito Santo a scendere su di lui. E forse così anche avvenne, nel senso che la storia sussurrata, nascosta e rifiutata, ci racconta a proposito una strana vicenda. Erano gli anni della guerra fredda, e l'Italia, veniva chiamata la portaerei americana, con i missili atomici di Camp Darby, tra Pisa e Livorno, puntati sull'Unione Sovietica e i bombardieri di Aviano pronti a decollare verso est. In quegli anni serviva quindi, alla politica laica e religiosa, un papa che rappresentasse un baluardo contro il mondo ateo e marxista. Siri era l'uomo giusto al posto giusto e nel momento giusto: forte, autoritario, grande organizzatore e di fede incrollabile. Lo proposero con forza i cardinali Tappouni (iracheno), Aloisi Masella e il potente Gaetano Cicognani, Prefetto della Congregazione per i Riti. Secondo loro, Giuseppe Siri era l'unico cardinale in grado di continuare il magistero di Pio XII e la sua visione monolitica della Chiesa Cattolica.

Il Conclave iniziò il 25 Ottobre, e il 26, alle 11.53, in piazza San Pietro, duecentomila persone in attesa, videro una fumata bianca elevarsi dal camino della Cappella Sistina. E milioni di persone ascoltarono dalla Radio Vaticana la voce del commentatore "Il Papa è stato eletto!". Pochi minuti dopo, tuttavia, dallo stesso camino si levò una fumata nera. La cronaca di quei momenti fu riportata fedelmente dal Corriere d'Informazione dei due giorni successivi, raccogliendo anche molte testimonianze, tra cui quella, sconvolta, del principe Chigi, Maresciallo del Conclave che dichiarò egli stesso di aver visto una fumata "prima giallastra e poi bianca". In molti parlarono di un errore tecnico, un fatto tuttavia mai accaduto nella storia dei Conclavi. Ma un mormorio, condiviso da molti, dette una diversa spiegazione, con tutti i dubbi del caso. Proprio nel Conclave, in quel luogo impenetrabile, al voto conclusivo che sanciva l'elezione di Siri, ci fu un avvertimento, o piuttosto una minaccia, portata da oltre cortina da un cardinale rimasto anonimo. Se fosse stato proclamato papa Siri, di cui era noto l'anticomunismo viscerale, in Unione Sovietica e in tutti i paesi satelliti, sarebbero inevitabilmente partite le persecuzioni nei confronti dei preti cattolici. Momenti che si possono immaginare più che drammatici, e che forse corrispondono proprio a quello spazio temporale tra la fumata bianca e quella successiva nera. Così, Gregorio XVII, il nome che Siri si era imposto, cedette il passo nella rapida successiva consultazione, a Giovanni XXIII. Il quale, rivolgendosi a Siri che gli si inginocchiava davanti gli disse che avrebbe dovuto essere lui a baciargli la mano. E quel nome, Giovanni XXIII, già di un antipapa, sarebbe, secondo alcuni, un segnale che Roncalli volle dare per indicare un'elezione irregolare.

Quella fumata bianca che diventa nera, ecco perchè Siri non fu mai Papa

Fantasie e supposizioni complottistiche? Può essere. Il 18 Maggio del 1985, nella Curia genovese di San Lorenzo, Siri ricevette alcuni amici, tra cui il teologo Louis-Hubert Remy. A una sua precisa domanda sugli avvenimenti di quei giorni Siri rispose "Sono legato dal segreto. Questo segreto è orribile. Potrei scrivere libri sui diversi conclavi. Cose molto serie sono accadute in quelle occasioni. Ma non posso dire nulla". Molte di queste notizie si conoscono anche grazie a un libro, The Vatican Exposed, scritto del 2003, da Paul Williams. Un agente dell'FBI tra i primi a leggere le carte desecretate relative ai quei fatti grazie al Freedom Information Act. E' vera dunque questa storia? Dato che i servizi segreti di tutto il mondo sono esperti nell'arte della cosiddetta "disinformatia", che mescola il vero al falso in modo che nessuno, alla fine, conosca la verità, dobbiamo rimanere nel dubbio. D'altra parte è meglio porsi delle domande, che aprono la mente, piuttosto che avere delle risposte, che spesso la chiudono.